Questa rubrica raccoglie le riflessioni di don Cristiano nei suoi spostamenti oltre Oceano. E’ l’occasione per conoscere meglio queste realtà e per riflettere sugli spunti che questo viaggio ha suscitato nelle nostro pellegrino. Grazie don Cristiano di aver condiviso con noi questa intensa esperienza.
BOLIVIA
12/01/2023 Arrivato all'alba a Santa Cruz, Bolivia, vengo immediatamente avvolto da volti, sguardi, sorrisi, saluti indigeni, con i tipici occhi che mescolano i colori delle Ande con il profumo di Amazzonia. E provo a buttarmi con uno spagnolo che sa sicuramente di maccheronico, divertente ma, a quanto pare, comprensibile a chi mi ascolta. O forse è la loro gentilezza a fare la differenza! E intanto diluvia: come quel che si sa delle foreste tropicali, dove in un attimo piove a dirotto, e in un attimo torna il sereno.
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13/01/2023 In una missione dei gesuiti, tutto parla il gesuitico le iscrizioni, le statuine, addirittura lo schienale delle sedie della cucina! IHS, Iesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli Uomini. E qui, a dire il vero, mi rendo conto di che cosa vuol dire questa sigla, che anche da noi si trova spessissimo. La cultura cristiana ha realmente impregnato la vita di questo popolo. El Pueblo Moxeno, il popolo dei Moxos, nella parte più occidentale della foresta amazzonica, ha plasmato canti, linguaggio, usanze, e stile di vita a partire dalla predicazione dei gesuiti. Che sono qui dal 1689, mica scherzi, e la chiesa di San Ignacio risale al 1751, interamente costruita dai gesuiti e dal loro popolo, con caratteristiche tutte originali. Quando si dice che il Vangelo si incarna…qui mi pare di averne una gran bella conferma. Gesù Salvatore degli Uomini: di tutti gli uomini, di ogni cultura, di ogni angolo del pianeta, anche di quelli più nascosti…
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14/01/2023 Mi sta facendo pensare molto un'affermazione che ho raccolto questa mattina: quando i gesuiti sono arrivati qui, nel 1689, hanno iniziato a tenere un diario; da questo diario si viene a sapere che per i primi 7 anni della loro permanenza in Terra Mojeña non hanno fatto assolutamente niente. Niente! Solo la Messa e le preghiere tra loro. Nient'altro. Tutto il resto del tempo lo hanno dedicato a stare con la gente, a capire la lingua, a conoscere le abitudini, a imparare lo stile, a condividere la vita. Nient'altro per 7 lunghissimi anni. Una botta nello stomaco a me, che invece credo sempre di avere la soluzione a tutto, che corro spesso il rischio di aver capito in anticipo la persona o la situazione che ho di fronte, per me che giudico tempo perso il fermarmi un po' più a lungo ad ascoltare e ad osservare. La differenza dovrebbe insegnarcela il tempo che è passato: 1689, anno della fondazione della missione, + 7 = 1696: ciò vuol dire che qui i padri hanno iniziato a lavorare (nel senso che noi occidentali diamo a questo verbo) più di 320 anni fa: e ancora se ne vedono i risultati. Non sarà che forse converrebbe anche a me, a noi, imparare ad andare un po' più lenti nelle nostre considerazioni e convinzioni? Pensieri da sabato, in attesa della domenica…
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15/01/2023 Assaggi della processione che oggi ha concluso il tempo di Natale. Gesù Bambino viene portato in processione, venerato e poi riposto fino al prossimo Natale. Tutto questo con un incredibile accompagnamento: piumaggi che provengono dalla cultura ancestrale del popolo, musica che risale all'inizio della missione dei gesuiti, quindi al XVII e XVIII secolo, strumenti suonati da indigeni, che si tramandano l'abitudine di padre in figlio. Superstizione? Semplicemente folclore? Belle abitudini, da documentario etnografico? O fede? Bella domanda… Una cosa mi pare di averla capita: la fede cristiana qui è stata tradotta in un'espressione di popolo, al punto che tutto parla del popolo e tutto parla di cristianità ed è proprio difficile dire dove termina l'uno e inizia l'altra: semplicemente intrecciati e combinati insieme a tal punto che le due cose si completano a vicenda. In Occidente la chiamiamo inculturazione: e qui sta funzionando benissimo!
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16/01/2023 Noi occidentali siamo convinti che gli indigeni di qualsivoglia parte del mondo altro non sono se non della gente semplice, generalmente cordiale e solitamente un po' "indietro": sì, perché - diciamo noi - non hanno la macchina, non hanno mai preso un aereo, si vestono come capita, non sanno cosa succede in giro per il mondo… La partitura musicale di questa fotografia ha circa 300 anni, è scritta a mano - dagli indigeni, guarda un po'… - e appartiene ad un patrimonio musicale che conta più di 7000 (7000!) partiture. E cosa se ne fanno? Beh, delle partiture cosa fareste voi? Le usano: le suonano e le cantano, e la gran parte delle volte addirittura a memoria, a Messa o in altri momenti di preghiera o anche nei momenti di festa della comunità. Scusate se mi scaldo un po'…: ma per favore, smettiamola di pensare che gli altri siano sempre più indietro di noi, suvvia…! …e sempre a proposito di partiture usate, parlando con uno dei giovani presenti alla missione, ho raccolto questo racconto. Un ragazzo interessato alla musica ha chiesto ad uno degli anziani della comunità se poteva avere in prestito il suo libro dei canti per poterlo fotocopiare. Niente di male, no? Tenete presente che il libro dei canti qui è una cosa sacra, testimone della cultura, erede della storia e della fede. Il vecchietto gli ha risposto di aspettare qualche giorno. Dopo alcuni giorni gli ha dato un libro dei canti, copiato a mano da lui stesso. Di fronte alla sorpresa del ragazzo, il vecchietto ha esclamato: Come potresti lodare il Signore con una fotocopia? …gli indigeni sempliciotti… Mio Dio: mi sono venuti i brividi lungo la schiena…!
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17/01/2023 Un po' di Amazzonia a portata di mano. Oggi sono stato in una piccola comunità, di cui una foto ritrae il "prato centrale", equivalente della piazza, e in due minuscoli insediamenti nel cuore della foresta: ci sono stato insieme a padre Fabio e a Maria Eugenia, una consacrata argentina che lavora qui da più di 10 anni. Torna l'idea degli indigeni un po' arretrati… A guardar bene però ti accorgi che non gli manca proprio niente: frutta e verdura a volontà, pesce fresco in tutte le stagioni, carne allo stato brado e quindi accaparrabile con arco e frecce. Non manca niente di niente; la cultura dei popoli indigeni è orizzontale, il che significa che non c'è uno che comanda, uno che dice "fuori di qui perché questo pezzo di terra è mio". Scemi? Ma se stanno andando avanti da secoli…! E con una ricchezza straordinaria. Pensate un po': in America Latina quante lingue ufficiali si parlano? Due, spagnolo e portoghese, che discendono dal latino, cioè appartengono alla stessa famiglia linguistica. In Amazzonia si parlano più di 300 lingue, appartenenti a 31 famiglie linguistiche. Non è ricchezza questa? Dai, su, proviamo a cambiare un po' la nostra visione del mondo… È difficilissimo, sono il primo a riconoscerlo; ma una volta che ci provi, ti accorgi di quanto tu stesso ti possa arricchire…
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18/01/2023 Un canto che ho sentito alcune volte a Messa qui a San Ignacio de Moxos dice così: O Dio, tu ci perdoni sempre, porqué tú nos quieres mucho… Perché ci ami molto. Sì, è molto vero. E Dio ama molto tutti gli uomini e tutte le donne, a qualsiasi latitudine, di qualsiasi colore, di qualsiasi livello, di qualsiasi fede … Imparare un po' da colui che chiamiamo Padre nostro, forse, non ci farebbe così male…
20/01/2023 Breve resoconto dell'uscita di oggi: da San Ignacio alla piccola comunità di Flores Coloradas, ai margini della Foresta Amazzonica.

I mezzi di trasporto. La moto è il mezzo più semplice per muoversi ed è quello usato dalla gente semplice. Tanto per dire: altra gente un po’ più illustre che pensava di fare oggi la stessa strada ma in macchina ha dovuto…girarsi e tornare indietro. Forse la gente semplice non è anche semplicemente sciocca…
Macelleria a cielo aperto! Sì sì, l’hanno proprio ammazzata al momento! Le fasi seguenti ve le risparmio, ok?








Una sorta di giardino a cielo aperto, quasi allo stato brado: la vegetazione è a tal punto strabiliante, che uno si chiede come sia possibile che in poco spazio ci stia così tanta testimonianza del Creatore!







Peccato però che tutto questo era e dovrebbe essere foresta… Disboscata per far posto ad allevamenti – di cui anche noi in Occidente mangiamo i risultati sotto forma di bistecca e spezzatino -, e disboscamento significa sfollamento degli indigeni, distruzione di biodiversità, trasformazione forzata del territorio, arricchimento dei pochi allevatori e impoverimento della gente semplice…Già, pensarci un po’ su ci aiuterebbe molto ad avere uno sguardo diverso, un po’ più vero…
BRASILE

22/01/2023 Nella notte tra sabato e domenica, trasferimento da San Ignacio, Bolivia, a Maceiò, costa del Nord Est del Brasile, per la settimana di incontro con i missionari e le missionarie di origine trentina. A darci il benvenuto è questo Recanto Coração de Jesus: quasi l’angolino, il “bel sito” del Cuore di Gesù. Ad essere di casa qui è suor Miriam Zendron, la cui origine è evidente, insieme alle suore del Sacro Cuore, che hanno una scuola anche a Trento. Ed è veramente un bel sito, en bel cantón, un bell’angolino dentro una città a prima vista piuttosto anonima…








Parassita: parola orribile, specialmente se la utilizziamo nei confronti di certe persone o di certe categorie, nei confronti dei più poveri o degli stranieri o di chi fa scelte diverse da quelle della maggior parte delle persone. Parassiti. Davvero lo sono? E se aprissimo gli occhi un po’ meglio, per cercare e trovare bellezza anche lì?…
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24/01/2023 Oggi siamo entrati nel vivo degli incontri sinodali con i missionari presenti fisicamente a Maceiò, con gli alcuni che si collegano da altre parti dell’America Latina e in pomeriggio anche con un gruppo di persone dal Trentino, in rappresentanza dell’equipe sinodale e di altre realtà. E ci siamo confrontati sul primo grande tema sinodale affidato alla nostra Chiesa: il ruolo della donna. Riflessione molto libera ed estremamente arricchente; una delle persone collegate da Trento, rivolgendosi ai missionari, ha esclamato “accidenti, come siete avanti!”. Che poi forse non si tratta di stabilire chi è avanti e chi è indietro, ma piuttosto di capire che la Chiesa è un po’ più ampia del pezzetto che ciascuna e ciascuno di noi vede e sperimenta. Chiesa “cattolica” nel senso vero della parola, cioè universale; non solo perché è presente in tutti gli angoli del pianeta, ma perché sa avere uno sguardo universale, ampio, capace di abbracciare tutte le sue figlie e tutti i suoi figli, indipendentemente dallo stile in cui vivono il loro rapporto con la Chiesa-mamma.
Dalle foto, un piccolo assaggio della giornata di oggi. E per chi ha occhi buoni: Valle dei Laghi presente!!



Piccole note di contorno. Il Brasile, lo dicono tutti, è un Paese grande sotto tanti aspetti. Guardate in questo supermercato come viene presentato il caffè… E vi assicuro che è un supermercato normale, con vendita al dettaglio!
E un’altra nota di contorno: uno sguardo alla merenda: Wurstel a merenda?!? Ma no! Banane al forno con cannella!!

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26/01/2023 I bene informati affermano che il lungomare di Maceiò è il migliore del Brasile. E voi giustamente direte che così avete capito perché proprio qui abbiamo deciso di incontrarci!! Invece no, il motivo per il quale siamo qui anziché altrove è il fatto che come centro missionario abbiamo l’appoggio per la casa di accoglienza e anche perché tutto sommato Maceiò è in una posizione relativamente facile da raggiungere dal resto dell’America Latina. Però chiaro: dopo il lavoro, perché non dovremmo concederci due passi in riva all’Atlantico? Pensando poi che al di là del mare c’è l’Europa, l’Italia, il Trentino, la Valle dei Laghi… Pensatela così: vi ho salutato al di qua del mare!

…e ho bevuto un’ottima Caipirinha! Alla vostra salute, chiaramente!

Affinché però non pensiate che ci stiamo divertendo, ecco una foto che ritrae il gruppo al lavoro. Dopo che martedì ci siamo confrontati sul ruolo della donna nella Chiesa, ieri ci siamo fermati sui giovani e oggi, giovedì, su come ci poniamo di fronte alle cosiddette periferie esistenziali: poveri, ammalati, anziani, gente senza lavoro, migranti, chi fa scelte controcorrente… E un riassunto delle tantissime riflessioni che abbiamo condiviso può essere detta così: noi ci preoccupiamo di come fare ad aiutare i poveri; Dio invece si è fatto povero lui stesso.
Ogni incontro è stato concluso collegandoci con alcune persone da Trento, scelte tema per tema, con le quali abbiamo condiviso riflessioni e spunti e attese e domande… Vita Trentina ne sta dando testimonianza.
Domani, venerdì 27 gennaio alle 20 (ora italiana) concludiamo con un momento di preghiera guidato dal vescovo Lauro, collegato da Trento, al quale tutte e tutti voi potrete partecipare: Ecco il link di collegamento https://www.youtube.com/live/_totfW0OTO8?feature=share.
Vi aspettiamo!!
TESTO DELLA PREGHIERA:
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28/01/2023 Venerdì pomeriggio abbiamo concluso la settimana di incontro con le missionarie e i missionari, collegandoci con Trento, dove erano raccolti il vescovo Lauro e l’equipe sinodale; abbiamo condiviso riflessioni, proposte, attese, considerazioni…in una parola abbiamo condiviso il sogno di una Chiesa più vicina al Vangelo, che sappia vivere lo stile di Gesù: una Chiesa povera, impregnata di carità, di giustizia, di missione. Al termine del confronto abbiamo consegnato tutto questo al Signore, in una preghiera che idealmente ha unito le due sponde dell’Atlantico nella semplicità e nella verità. E tutti, ma proprio tutti abbiamo concluso nella speranza che tutto ciò che i nostri cuori si sono raccontati non rimanga un bel ricordo, ma diventi vita. Amen!

E oggi, sabato, giornata di relax e di fraternità. Dove? Be’, secondo voi dove se non al mare?…


Bello, vero? Sì, proprio bello, e lo dice uno come me, che è nato trae montagne e che ama all’inverosimile le montagne, soprattutto quelle della sua terra. Ma il fascino del mare è indescrivibile: grande, immenso, infinito…come Dio.
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29/01/2023
Siamo verso la conclusione del viaggio e quindi, di conseguenza, verso la conclusione del diario: e grazie per la compagnia che ci siamo fatti!
Vi condivido qualche fiore: per testimoniare, se ce ne fosse bisogno, quanto grande e quanto pazzesca è la forza della natura. Che va ammirata, contemplata e soprattutto custodita. Io penso sempre che “custodire il creato” significhi “custodire le creature”. Sembrerà scontato, ma forse non lo è del tutto: perché siamo sempre molto bravi a custodire piante e animali, un po’ meno bravi a custodire le creature umane, soprattutto se hanno un colore diverso, se parlano un’altra lingua, se non la pensano come noi… Chissà che anche contemplare una natura così bella non ci aiuti ad essere più sorelle e fratelli con tutte e con tutti? Potremmo provarci, che dite?…




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30/01/2023 Milano Malpensa…. …ancora un’ultima cosa vorrei condividere con voi, che mi avete accompagnato in questo viaggio tra Bolivia e Brasile. È un video che personalmente trovo davvero molto bello, e soprattutto credo che possa essere come un riassunto di tutto quello che in queste settimane ho vissuto e una provocazione per continuare il cammino. Perché è vero che ogni viaggio ha anche un ritorno, ma è altrettanto vero che certi viaggi non si accontentano di rimanere nella regione dei ricordi, ma attendono di diventare vita e chiedono di essere trasformati in azione concreta, un una vera e propria conversione insomma. Allora eccolo qua. Insieme al mio grazie per la strada fatta insieme fin qui, e con l’augurio che il cammino continui…
GALLERIA FOTOGRAFICA DALLA BOLIVIA:


















